Dal diario di bordo di Andrea Pendibene.
“Ho voglia di partire, di lasciare le cime a poppa e affrontare questo viaggio . Ho lottato con tutto me stesso per essere qua, rappresentare la Marina Militare e l’Italia in questa difficile competizione.
Lo stomaco si è chiuso poco a poco da una settimana, ieri sera non ho mangiato e non ho chiuso occhio tanta erà l’agitazione…
Negli occhi ai pontili si vede terrore dei familiari, degli amici delle fidanzate perché tutti sappiamo che il meteo non è buono, poi la partenza con 80 barche , gli elicotteri, la stampa, i giornalisti sarà un inferno e rientrare per una rottura dovuta ad una distrazione è cosa normale in queste occasioni.
Io sono sereno ma comunque con lo stomaco chiuso e tanti pensieri perché una volta passati indenne dalla partenza dove ci sarà nebbia e poca visibilità c’è tutto il Biscaglia da attraversare, poi Capo Finisterre con il suo traffico mercantile, gli alisei, i grandi pescherecci spagnoli e la costa portoghese Vigo, Lisbona, Porto e Trafalgar che ha legato il suo nome alla battaglia navale resa celebre dalle gesta di Nelson Ammiraglio della Flotta navale inglese dove pur vincendo ha trovato la morte uno dei più temuti strateghi navali della storia
Finisterre sarà durissimo, non ha bisogno di presentazioni pochi sono i marinai che hanno navigato da queste parti dove il freddo gelido, il vento forte e le onde enormi si incontrano i questo capo leggendario.
Continuo a ripetermi che abbiamo fatto tutto, abbiamo navigato poco ma abbiamo fatto tante ore di cantiere, la barca è ben preparata, io sono tranquillo anche se credo che in queste occasioni la tranquillità non è di casa, impossibile abituarsi a queste emozioni da veri marinai quando si mollano le cime a poppa assieme a tutti i legami con la terra ferma affetti, famiglia, amori, ricordi…la mente si sgombra, i pontili si svuotano e ti chiamano per il traino da quel momento siamo soli io e Pegaso.
Si dice che la storia deve insegnare a non fare le solite cavolate, due anni fa La Coruna e Finisterre mi hanno impedito di passare forse hanno avuto ragione loro e la legge del mare mi hanno tolto l’albero ma mi ha permesso di riportare Pegaso e la pellaccia a terra diventando un marinaio più solido, con molta esperienza e ancora maggiore determinazione.
Sono atterrato a Grand Canaria, un grande obiettivo raggiunto ma ora arriva il “pezzo forte” 3200miglia (circa 6500km)di oceano dalle Canarie fino ai caraibi, sperando che gli uragani ci lascino passare…
Pegaso c’è e con lui tutta la Marina Militare con le strutture arsenalizie che lo hanno ospitato in questi 4 anni: Napoli, Cagliari, La Spezia ma anche le basi della Capitanerie di Genova, Fiumicino, Sanremo senza dimenticare il Centro Sportivo Agonistico di Roma e MarisportVela che ci coordina assieme ad altri atleti olimpici
I partner tecnici e tutti gli amici che hanno dato un loro supporto sia una stretta di mano, un like su facebook, una telefonata…sono fondamentali per completare questa grande Squadra Italiana che con mezzi inferiori compensa con tanto cuore, impegno, professionalità e una determinazione feroce nel crederci
Massima concentrazione sulla preparazione della barca, lo stop di tappa sarà dedicato al controllo totale di Pegaso, delle attrezzature, degli impianti e dello studio della strategia di gara per arrivare preparati ad affrontare con umiltà e prudenza i 25 gg di oceano che ci separano dal continente americano”
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CREDIT FOTO& VIDEO : PARTENZA& ARRIVO CHRISTOPHE BRESCHI / ON BOARD ANDREA PENDIBENE