Mario Passanante, ambassador Mafra, prende il via alla Coppa d’Oro della Dolomiti con la sua Fiat 508 C per difendere il primato nel Campionato Italiano Grandi Eventi
Mario Passanante, ambassador Mafra e già vincitore del Campionato Italiano Grandi Eventi dello scorso anno, scende in gara alla Coppa d’Oro delle Dolomiti 2024, che si disputa dal 18 al 21 luglio.
Il suo obbiettivo, a bordo della Fiat 508 C che condivide con il navigatore Alessandro Molgora, è difendere la leadership nel Campionato 2024.
La classifica assoluta lo vede infatti al comando con 94,5 punti contro i 75,5 del primo inseguitore, Giovanni Moceri alla guida di una Lancia Ardea. Nelle prime due gare della stagione, Passanante ha infatti vinto la Milano-San Remo ed è arrivato secondo al Circuito del Mugello.
Il campione siciliano è primo anche nelle classifiche della categoria RC2 (auto costruite dal 1931 al 1950) e della classe RC2 1600. Infine, FM Franciacorta Motori, della quale Mario difende i colori, è di stretta misura al comando del Campionato italiano Scuderie.
Ecco con quale spirito il nostro ambassador affronta l’impegnativa prova dolomitica.
Una gara affascinante
Mario Passanante si è già imposto in quattro edizioni della Coppa d’Oro delle Dolomiti, in due delle quali già nelle vesti di ambasciatore Mafra. Nel 2021 il suo navigatore era Dario Moretti, lo scorso anno Alessandro Molgora, presidente della scuderia FM Franciacorta Motori. In entrambi i casi l’auto era la Fiat 508 C del 1937 di Mario.
“Per uno come me di Campobello di Mazara del Vallo”, racconta Passanante, “la Coppa d’Oro significa godere della bellezza delle Dolomiti e del clima fresco”.
Questo non significa, però, andare in vacanza. “Il percorso è impegnativo e già da due anni le ostilità iniziano il giovedì con un prologo di 40 chilometri, con 18 passaggi sui tubi e una prova di media”.
Poi ci sono le due lunghe tappe di venerdì e sabato che rendono la Coppa d’Oro per Mario “una delle gare in assoluto più belle, insieme con la Targa Forio della mia Sicilia”.
Affrontare una sequenza ininterrotta di passi dolomitici con una vettura del 1937 richiede tuttavia una preparazione adeguata.
“Ho rifatto il motore 1100 della mia 508 sette anni fa”, racconta Passanante, “utilizzando materiali nuovi (pistoni, bronzine ecc.), ma sempre nel rispetto dell’originalità: ha sempre funzionato benissimo, ma ora inizia a dare qualche segno di sofferenza”. Per esempio, registra delle perdite di olio dall’astina di misurazione del livello, sintomo di malfunzionamenti.
Nell’attesa di far mettere mano alla vettura dal proprio meccanico di fiducia durante la prossima pausa invernale, Mario si affida all’esperienza. “Con le vetture anteguerra”, spiega, “bisogna essere sempre delicati, evitando di spremere inutilmente il motore e trovando il giusto equilibrio tra prestazioni e rispetto”.
Con passi oltre i 2.000 metri, salite e discese continue, il problema non è però costituito solo dal propulsore.
“Anche se faccio rivedere le ganasce prima di ogni gara, bisogna trattare i freni con cautela, utilizzando il freno motore e usando sempre in discesa la seconda e la terza marcia. Questo per avere l’impianto in perfetta efficienza quando si passa sui tubi dei cronometristi con la precisione al centesimo di secondo necessaria”.
Mario spiega che non bisogna essere mai troppo veloci, tanto che la quarta marcia viene usata raramente, per non essere obbligati a frenate troppo intense.
È una questione di esperienza e di abilità, doti che certo non mancano al nostro ambasciatore, vincitore di tutte le gare più importanti.
Infine, la preparazione della vettura: “Prima di ogni gara”, conclude il driver siciliano, “faccio stringere tutta la bulloneria della macchina, per evitare di… perdere pezzi”.
Nel 2019, infatti, al Gran Premio Nuvolari sotto il pianale l’albero di trasmissione si staccò dal differenziale della 508, proprio a causa dei bulloni allentati.
Mario riuscì lo stesso a passare di slancio sull’ultimo tubo, a far riagganciare provvisoriamente l’albero con un bullone e a vincere la gara. Da allora, però, pone la massima attenzione a questo tipo di controlli prima di ogni partecipazione.
Una tradizione importante
La prima edizione della Coppa delle Dolomiti, all’epoca gara di velocità e non, come oggi, di regolarità, risale al 1947. A vincerla fu Salvatore Ammendola con un’Alfa Romeo 6C 2500 SS che completò gli oltre 300 chilometri del percorso alla media di 76,5 km/h.
La competizione si è disputata ininterrottamente fino al 1956 e ha assunto la denominazione di Coppa d’Oro delle Dolomiti nel 1951. A vincerla sono stati grandi piloti come Giovanni Bracco (Maserati), Gianni e Paolo Marzotto (sempre con delle Ferrari) e Giulio Cabianca (Osca).
Unico straniero ad affermarsi, il belga Olivier Gendebien, primo nel 1955 con una Mercedes 300 SL. Altri importanti driver finiti sul podio nelle varie edizioni sono stati Gigi Villoresi, Piero Taruffi, Umbero Maglioli ed Eugenio Castellotti.
Dal 2013 la competizione è ripresa come gara di regolarità per auto storiche e ha visto affermarsi i più grandi campioni della specialità, come Giuliano Canè, Giovanni Moceri e il nostro ambasciatore Mario Passanante.
Tre giorni sui passi alpini
L’evento, che ha per cuore Cortina d’Ampezzo (BL), prevede la partecipazione di tre categorie diverse di auto, con classifiche separate. Alla Coppa d’Oro delle Dolomiti, valida per il Campionato Italiano Grandi eventi, possono partecipare le vetture prodotte fino al 1971; alla Coppa d’Oro delle Dolomiti Legend quelle del periodo 1970-1990; al Tributo Coppa d’Oro delle Dolomiti le GT stradali costruite a partire dal 1991.
La gara prende il via giovedì 18 luglio con le verifiche tecniche e sportive, la cerimonia di partenza, con le vetture che sfilano dalle 18.00 nel centralissimo corso Italia di Cortina d’Ampezzo, e il prologo, lungo 42 km.
Questa parte serve a stilare una prima classifica, perché prevede 18 prove di precisione e una di media.
Venerdì 19 luglio è in programma la prima tappa, lunga 273 km, che permette agli equipaggi di godere delle bellezze delle Dolomiti dell’Alto Adige.
Le vetture passano dunque in Val di Fiemme, dal Lago di Caldaro, da Bolzano e da Belluno, affrontando i passi Costalunga, Sella, Gardena, Valparola, Falzarego.
Un saliscendi molto impegnativo, soprattutto per le auto più vecchie, di cui vengono sollecitati motori e freni.
Sabato 20 luglio la seconda tappa, lunga 210 chilometri, tocca le più affascinanti cime dolomitiche del Bellunese. Si affrontano quindi il passo Giau, la Forcella Staulanza e il passo Tre Croci, toccando località come Selva di Cadore, Zoldo, Longarone, Auronzo di Cadore.
Nei 526 chilometri complessivi del percorso sono previste 90 prove cronometrate di precisione e otto prove di media, tutte valide per definire il vincitore.
E noi di Mafra facciamo ancora una volta il tifo per il nostro ambassador Mario Passanante e per il suo co-driver Alessandro Molgora.